In termini di migrazione, l’Egitto funge sia da Paese di transito che di destinazione. Sono più di 9 milioni i migranti che vivono nel paese e che a causa di discriminazioni, non possono accedere a prestazioni sanitarie essenziali nonché a servizi socio-assistenziali.
IL CONTESTO
Le persone migranti, rifugiate e richiedenti asilo che vivono in Egitto arrivano da almeno 58 nazioni diverse; ci sono siriani che sono arrivati attraversando il Sudan, palestinesi che sono fuggiti dalla Siria, iracheni, sudanesi, sud sudanesi, eritrei, yemeniti ed etiopi, che sono arrivati attraverso canali clandestini; per tutti c’è un comune denominatore: raggiungere l’Europa oppure Israele.
Si registrano discriminazioni per l’accesso a diversi servizi essenziali; cura ed assistenza sanitaria, istruzione, case popolari, e collocamento lavorativo sono i principali. Molti migranti sono costretti a vivere ai margini della società, nonostante il quadro giuridico riconosca, in molti settori, parità di accesso ai servizi a prescindere dalla nazionalità. Una delle cause di tale ingiustizia è da ricercarsi in un fallace sistema informatico che non garantisce compiutamente quelle guarentigie imposte dalla legge. Ma non solo. L’alto tasso di disoccupazione finisce per far percepire i migranti non come una risorsa bensì come un fardello.
In fatto di salute, poi, è alta la frequenza di disturbi dell'umore, d'ansia o da stress post-traumatico; questo specialmente tra le fasce più deboli della popolazione, cioè donne vittime di violenza, minori sfollati, detenuti, perseguitati politici, disabili, tossicodipendenti, e malati di AIDS e di epatite C. Indirettamente, questi disturbi finiscono per impattare negativamente sulle comunità, in particolare a livello dei nuclei familiari di appartenenza. Questo anche in virtù di un sistema sanitario che non dispone al proprio interno di personale adeguatamente formato per farsi carico di fenomeni del genere.
LA RISPOSTA DI MEDICI DEL MONDO
Medici del Mondo è impegnata su più fronti in Egitto. Posta l’alta diffusione di disturbi correlati alla salute mentale e stante lo stigma spesse volte percepito da chi ne è affetto, anche solo per una breve parentesi di vita, è stato avviato nel 2019 un programma dedicato di assistenza e supporto che potesse rispondere nel migliore dei modi ai bisogni della popolazione. Inoltre, altre attività, in collaborazione con Humanity & Inclusion e con il sostegno finanziario dell’Agenzia Francese per lo Sviluppo, sono state messe in campo nei governatorati del Cairo e di Giza così da supportare, oltre che i migranti, anche disabili e altri soggetti vulnerabili. Ma non solo.
In conseguenza della pandemia da COVID-19, Medici del Mondo ha implementato il suo progetto sulla salute mentale per meglio rispondere ai nuovi bisogni ingeneratisi per effetto dei contagi e dei confinamenti. Ciò è stato garantito, oltre che attraverso l’erogazione dei servizi anche in lingue e dialetti diversi dall’arabo, grazie al supporto finanziario della Commissione Europea. Ma non è tutto.
Medici del Mondo si spende per rafforzare e sostenere il dialogo tra enti, comunità locali e stakeholder così che possano dirimersi quelle problematiche multidisciplinari che sono di interesse prioritario e collettivo. Formazione al personale viene erogata in tal senso in 12 centri sanitari così come un’attività di advocacy è attuata nei confronti di più entità. Inoltre, in stretta collaborazione con quattro associazioni locali e più di trenta centri comunitari, viene esercitata un’opera di sensibilizzazione e prevenzione in comunità e quartieri ove, anche in conseguenza della maggiore presenza di migranti, maggiore è il bisogno di rafforzare, a più livelli, la cooperazione e il dialogo