Il 18 luglio, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha comunicato ufficialmente al Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il rigetto da parte dell’Italia delle norme internazionali sulla prevenzione e gestione delle pandemie adottate nel 2024. Con questa decisione, l’Italia si allinea a una ristretta cerchia di paesi – tra cui gli Stati Uniti – che hanno respinto l’adesione al nuovo quadro normativo, sostenendo che esso “…would have entailed a reduction of national sovereignty in health policies, including the possibility of the WHO exercising control over health information”.
Le norme respinte mirano a rafforzare la cooperazione internazionale in caso di minacce sanitarie globali, promuovendo l’equità nell’accesso a strumenti medici essenziali e la condivisione tempestiva delle informazioni, al fine di garantire una risposta più rapida, coordinata ed efficace alle crisi pandemiche. Esse rappresentano un tentativo di correggere le gravi lacune emerse nella gestione del Covid-19, quando l’azione frammentata e nazionale si è rivelata del tutto inadeguata a contenere un’emergenza di portata globale.
Il rifiuto dell’Italia appare non solo miope, ma profondamente pericoloso. Rinunciare a un sistema di regole comuni in nome di una presunta difesa della sovranità nazionale – peraltro mal interpretata – indebolisce la capacità del nostro Paese di affrontare futuri scenari pandemici, in cui il tempo, la cooperazione e la fiducia reciproca sono elementi determinanti per salvare vite umane. La sanità pubblica non conosce confini: virus e agenti patogeni non rispettano le giurisdizioni nazionali, e la protezione della salute collettiva richiede strumenti condivisi, trasparenti e vincolanti.
La decisione italiana, in evidente rottura con la linea dell’Unione Europea e della maggioranza della comunità internazionale, sembra rispondere più a logiche ideologiche e sovraniste che a considerazioni tecniche o scientifiche. Essa rappresenta un arretramento rispetto ai principi di solidarietà, responsabilità condivisa e scienza come guida dell’azione pubblica. Inoltre, lascia il Paese privo di un quadro normativo di riferimento utile anche per giustificare, legittimare e coordinare eventuali misure restrittive in caso di emergenza.
In un mondo sempre più interconnesso, la salute globale non può essere gestita con strumenti del passato. Rigettare le norme dell’OMS significa indebolire non solo la risposta sanitaria, ma anche il ruolo dell’Italia come attore responsabile nella scena internazionale.
✍🏽Mario Braga, Vice Presidente di Medici del Mondo