24.10.2025 Emergenze

Accesso alla salute in Siria: il report di Medici del Mondo

Da oltre dieci anni la Siria vive una delle peggiori crisi umanitarie del nostro tempo. La guerra, iniziata nel 2011, ha stravolto la vita della popolazione, costringendo milioni di persone a fuggire, distruggendo le infrastrutture e rendendo estremamente fragile il sistema sanitario nazionale.

Dopo la caduta del governo di Assad nel dicembre 2024, raccogliere dati affidabili sulle condizioni delle comunità è diventato ancora più difficile, ma allo stesso tempo indispensabile per programmare interventi umanitari mirati.

In questo scenario, Medici del Mondo ha condotto un’indagine approfondita sull’accesso alla salute in quattro aree del Paese: Afrin, Al-Bab, Aleppo e Idlib. L’obiettivo era offrire una fotografia aggiornata delle condizioni sanitarie, valutando sia le capacità delle comunità di usufruire dei servizi essenziali sia le barriere che ostacolano il diritto fondamentale alle cure.

Sfollamenti e prospettive di ritorno

La ricerca, condotta nell’aprile 2025 su un campione di 188 persone, ha mostrato come gli sfollamenti interni restino una realtà dolorosa nel paese. Ad Afrin la quota di sfollati è particolarmente alta, seguita da Idlib e Al-Bab, mentre ad Aleppo non si registra alcuno sfollato tra gli intervistati.

Nonostante il desiderio diffuso di tornare alle proprie città di origine, la maggioranza delle famiglie considera impossibile un rientro finché non verranno ripristinati i servizi di base e le abitazioni distrutte non saranno ricostruite. La mancanza di case sicure, di infrastrutture funzionanti e di mezzi economici adeguati continua a rappresentare un ostacolo insormontabile per il ritorno in patria.

L’accesso alle cure

L’indagine ha messo in evidenza una situazione sanitaria fragile e diseguale nelle città campione. Soltanto il 68% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di poter accedere alle cure quando ne ha bisogno, mentre il 31% ha segnalato un accesso intermittente e incerto.

Le differenze territoriali sono notevoli: ad Al-Bab e Idlib l’accesso risulta relativamente più agevole, mentre ad Aleppo e Afrin la popolazione vive maggiori difficoltà nell’ottenere un’assistenza sanitaria continua.

Le cause sono molteplici e intrecciano aspetti economici e strutturali. I costi elevati per farmaci e trasporti pesano in modo significativo sulle famiglie, soprattutto quelle in condizione di vulnerabilità.

La scarsità di medicinali gratuiti e la chiusura di alcune strutture, in particolare ad Afrin, aggravano ulteriormente le difficoltà. A tutto ciò si aggiunge la mancanza di servizi specialistici, che costringe chi ha bisogni più complessi a rinunciare alle cure o a spostarsi in altre regioni, con tempi e costi insostenibili.

Qualità e soddisfazione per le prestazioni sanitarie ricevute

Il quadro non migliora se si guarda alla qualità percepita dei servizi. In molte aree, soprattutto ad Aleppo, Afrin e Al-Bab, la disponibilità di strutture pubbliche o sostenute dalle ONG è molto limitata, mentre a Idlib la presenza di cliniche private e di alcuni professionisti indipendenti offre qualche possibilità in più. Non sorprende quindi che il livello di soddisfazione sia più elevato a Idlib e decisamente più basso ad Aleppo.

Le testimonianze raccolte rivelano insoddisfazione soprattutto per l’impossibilità di acquistare i farmaci prescritti, una difficoltà citata da oltre due terzi degli intervistati.

Molti hanno anche espresso la sensazione che le visite mediche siano superficiali e insufficienti, spesso per la mancanza di tempo e risorse da parte degli operatori. A questo si aggiunge la quasi totale assenza di strumenti diagnostici avanzati, che limita fortemente la capacità di identificare e trattare correttamente eventuali patologie.

Conclusioni

Il report di Medici del Mondo conferma come il diritto alla salute in Siria sia ancora gravemente compromesso. Nonostante qualche timido miglioramento sul fronte della sicurezza, la combinazione di barriere economiche, infrastrutture distrutte e carenze di personale continua a ostacolare l’accesso alle cure.

Per invertire la tendenza è indispensabile un impegno coordinato che garantisca il ripristino e il finanziamento stabile delle strutture sanitarie, la fornitura di farmaci gratuiti o a prezzi accessibili e il rafforzamento dei servizi di base, compresi quelli di salute mentale e di supporto psicosociale. Solo un’azione congiunta di organizzazioni umanitarie, governi e attori locali potrà assicurare un accesso equo e sostenibile alla salute.

Che cosa puoi fare tu per la Siria?

Il lavoro di Medici del Mondo in Siria – che comprende cure di base, sostegno psicologico, programmi di protezione per donne e bambini e formazione del personale sanitario locale – è possibile solo grazie al sostegno di chi crede nella solidarietà. Per conoscere nel dettaglio l’impegno quotidiano di Medici del Mondo in Siria e nel mondo, scopri che cosa facciamo.

Fai una donazione per aiutarci a continuare: anche un piccolo contributo può trasformarsi in cure mediche, rifugi sicuri e speranza concreta per chi vive in condizioni estreme.

In un contesto umanitario tanto complesso, il tuo aiuto può davvero fare la differenza. In Siria, come altrove, il diritto alla salute non può aspettare.