24.10.2025 Emergenze

Essere bambini in Siria: il report sulla Valutazione dei Bisogni di giugno 2025

Di fronte a una crisi umanitaria che si protrae ormai da anni, i bambini siriani continuano a pagare il prezzo più alto. La recente Valutazione dei Bisogni (MSNA), condotta nel giugno 2025 Medici del Mondo in Turchia  – traccia un quadro allarmante delle condizioni in cui versano la salute, la nutrizione e l’istruzione infantile in Siria.

Prima di procedere con l’analisi dei dati raccolti, è doveroso ricordare che la Siria ha attraversato una trasformazione politica profonda, segnata dalla caduta del regime di Bashar al-Assad e dall’instaurazione di un nuovo assetto di potere. Il 27 novembre 2024 le forze di Hay’at Tahrir-al Sham, con l’aiuto di altri gruppi armati, hanno dato vita a un’operazione militare che ha portato alla conquista di Damasco e alla fine del regime di Bashar al-Assad.

Tuttavia il cambio di regime non ha assicurato la dovuta stabilità: infatti, nel Paese si è innescata una crisi prolungata e multiforme, aggravata dall’ingerenza di attori regionali e internazionali. Tutto questo si è ripercosso sulla popolazione civile, alterando radicalmente la quotidianità di milioni di famiglie siriane, i loro diritti fondamentali e le loro prospettive di futuro.

In questo scenario di incertezza costante, è necessario rivolgere un’attenzione particolare ai gruppi che si trovano in una condizione di vulnerabilità – tra questi ultimi, ci sono sicuramente i bambini. Molti di loro, infatti, sono stati costretti a lasciare le proprie case, mentre altri sono nati all’interno dei campi per rifugiati, in condizioni precarie e senza accesso a servizi di base.

Ma quali sono le reali prospettive per questi bambini, sia a breve che a lungo termine? E quali sono le sfide che si trovano ad affrontare ogni giorno?

Attraverso l’analisi condotta da Medici del Mondo, proveremo a comprendere più da vicino la realtà quotidiana vissuta dai minori in Siria e a riflettere su quali strumenti e interventi siano necessari per garantire loro un futuro più dignitoso.

Metodo e raccolta delle informazioni

Per avere un quadro di ciò che accade nelle comunità siriane, Medici del Mondo ha condotto un’indagine presso quattro località quali: Aleppo, Idlib, Al-Bab e Afrin. Il campione coinvolto è stato bilanciato per genere e per età così da avere una panoramica abbastanza chiara, che potrà costituire la base su cui programmare interventi umanitari mirati, volti a migliorare la qualità di vita delle persone e, sul lungo termine, di permettere ai rifugiati di poter rientrare in patria.

Lo scopo del report è quello di approfondire l’accesso alla sanità in Siria e quali sono le problematiche principali. In questo articolo, come già abbiamo preannunciato nell'introduzione, tratteremo quella parte del report che pone l’attenzione sulla situazione dei minori e quali sono le maggiori difficoltà riscontrate dai bambini che vivono nelle quattro comunità prese in esame.

Malnutrizione nei primi mesi di vita

Secondo i risultati dell’indagine condotta da Medici del Mondo solo il 14% delle famiglie intervistate ha nel proprio nucleo neonati sotto l’anno di età. Tuttavia, tra queste, il 15% ha espresso le difficoltà che hanno nel garantire un’adeguata alimentazione ai più piccoli.

Il latte materno risulta spesso insufficiente per colmare il bisogno alimentare del neonato. Allo stesso tempo la carenza di risorse finanziarie rende l’acquisto del latte artificiale o di prodotti sostitutivi davvero oneroso.

È importante precisare che, trattandosi di un campione limitato e comprendente anche un’ampia percentuale di anziani, i dati raccolti potrebbero sottostimare la reale entità del problema, che potrebbe essere più diffuso tra le famiglie di quanto si immagini.

Indice di quanto finora detto è che nei bambini svezzati la situazione non migliora. Nel dettaglio, si segnala che tra i bambini di età compresa tra 12 e 36 mesi, la problematica si acuisce. I dati raccolti, infatti, ci dicono che il 34% delle famiglie segnala di avere problemi nel gestire l’alimentazione dei propri figli. La situazione risulta ancora più allarmante ad Afrin dove tale problematica è fatta presente da ben il 45% delle famiglie che hanno partecipato al questionario.

La povertà diffusa, l’instabilità e il collasso dei servizi di base aggravano ulteriormente una situazione già fragile, rendendo precaria la vita dei più piccoli.

Allarmante incidenza di aborti spontanei

La salute dei bambini è strettamente legata a quella delle madri sin dai primi momenti di vita. Tuttavia, in un contesto come quello siriano, dove l’accesso alle cure mediche è spesso discontinuo e le risorse sanitarie sono estremamente limitate, è inevitabile assistere a un fenomeno crescente di denatalità.

La salute riproduttiva delle donne ha subito danni significativi: molte di loro, pur desiderando portare a termine una gravidanza, si trovano impossibilitate a farlo a causa di condizioni fisiche già compromesse o per la mancanza di accesso regolare alla diagnostica, al monitoraggio clinico e ai trattamenti necessari. L’attuale sistema sanitario, infatti, non è in grado di offrire un’assistenza adeguata e costante alle donne in gravidanza.

I dati emersi dal report lo confermano con chiarezza: il 32% delle famiglie intervistate ha dichiarato di aver vissuto almeno un aborto spontaneo. Una percentuale che sale al 38% nell’area di Al-Bab e si attesta al 30% ad Afrin, cifre decisamente superiori rispetto alla media globale calcolata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, stimata tra il 10 e il 15%.

Educazione: un diritto negato

Se la sopravvivenza è messa in discussione già a partire dal concepimento, purtroppo la situazione non migliora nei primi anni di vita. Come abbiamo visto rischi e le difficoltà si protraggono, compromettendo il benessere e lo sviluppo dei bambini fin dai loro primi passi. Questo contesto di fragilità si riflette negativamente anche sulle fasi successive dell’infanzia e dell’adolescenza, periodi in cui non avviene solo la crescita fisica, ma anche quella emotiva e sociale.

In particolare, il percorso educativo è abbastanza tortuoso e messo in secondo piano rispetto alle esigenze pratiche del nucleo familiare. Il report, infatti, ci mostra che il  59% delle famiglie ha figli in età scolare, ma solo il 73% di questi bambini frequenta effettivamente la scuola. In alcune zone, come Afrin, il tasso di scolarizzazione scende al 57%, mentre ad Aleppo raggiunge l’84%.

Le ragioni dell’abbandono scolastico sono legate direttamente alla crisi economica: molti bambini sono costretti, fin dalla tenera età, a lavorare per contribuire al reddito familiare. Inoltre, le figlie femmine sono quelle più penalizzate in questo contesto, perché non solo vengono costrette ad abbandonare gli studi, ma spesso anche a sposarsi. Il matrimonio precoce, in questo contesto, non è solo radicato nella cultura, ma è strettamente connesso alla necessità economica di ridurre la pressione sul nucleo familiare, in secondo luogo i padri sono alla ricerca di protezione per le proprie figlie da possibili violenze.

Il matrimonio precoce ha conseguenze profonde sia sulla salute riproduttiva delle ragazze che sul loro benessere mentale. Molte bambine rischiano di subire violenze domestiche o di affrontare gravidanze premature, che possono provocare danni fisici duraturi e, in alcuni casi, compromettere la possibilità di avere altre gravidanze in futuro.

Il contesto instabile e la mancanza di mezzi sicuramente rendono l’educazione e l’istruzione una mancata priorità, in particolare in tutte quelle famiglie che hanno necessità primarie da soddisfare.

Infine, non dobbiamo dimenticare che lo sfollamento interno – causato da anni di conflitto – priva molte comunità di un accesso a infrastrutture educative sicure.

Una generazione a rischio

Le difficoltà affrontate dai bambini siriani non si limitano alla fame o alla mancanza di scuole: rappresentano un’emergenza umanitaria a tutti gli effetti. Una generazione intera rischia di crescere senza nutrizione adeguata, senza istruzione, e con traumi fisici ed emotivi profondi.

Interventi urgenti da parte della comunità internazionale, delle organizzazioni umanitarie e delle autorità locali sono indispensabili per garantire a questi bambini non solo la sopravvivenza, ma anche la possibilità di un futuro dignitoso.

Medici del Mondo continua a operare instancabilmente in Siria, portando assistenza medica essenziale, supporto psicologico e programmi di protezione alle comunità che ne hanno necessità, in particolare ai bambini e alle donne colpite dal conflitto. Il loro impegno rappresenta una luce di speranza in un contesto difficile, contribuendo a salvare vite e a ricostruire il futuro di intere famiglie.

Per maggiori informazioni sulle attività di Medici del Mondo scopri che cosa facciamo. Inoltre, puoi sostenere concretamente il nostro lavoro con una donazione. Ogni contributo, anche piccolo, può fare la differenza per chi lotta ogni giorno per la sopravvivenza e il diritto a una vita dignitosa.