La Rete Internazionale di Medici del Mondo insieme a quattro organizzazioni umanitarie, ambientaliste e per la difesa dei diritti umani (Amnesty International Francia, Reporter Senza Frontiere, Greenpeace Francia, Medici Senza Frontiere Paesi Bassi) denunciano i nuovi attacchi illegali con droni avvenuti nella notte tra il 23 e il 24 settembre contro la Global Sumud Flotilla, un’iniziativa pacifica volta a rompere l’assedio illegale imposto da Israele alla Striscia di Gaza. Di fronte ai rischi corsi dalle centinaia di attivisti pacifici e giornalisti presenti a bordo, e alla situazione apocalittica delle popolazioni palestinesi di Gaza, ridotte alla fame e prive di cure mediche a causa di un blocco illegale, chiediamo agli Stati terzi, in particolare agli Stati europei, di condannare pubblicamente gli attacchi contro la flottiglia. Essi devono inoltre esercitare pressioni sulle autorità israeliane affinché venga consentito l’ingresso in sicurezza della flottiglia e di un aiuto umanitario urgente nella Striscia di Gaza.
In due anni, i bombardamenti indiscriminati e sistematici su Gaza hanno causato più di 65.000 morti e distrutto o danneggiato il 92% degli edifici. L’assedio imposto da Israele e le restrizioni imposte alle organizzazioni umanitarie che vi operavano si sono aggiunti alle sofferenze della popolazione palestinese, provocando fame e privazioni di cure. Dal mese di ottobre 2023, almeno 543 operatori umanitari sono stati uccisi, tra cui 373 membri del personale e collaboratori delle Nazioni Unite.
In questo contesto, la cinquantina di imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, che trasporta aiuti umanitari scortati da alcune centinaia di partecipanti provenienti da 45 Paesi, cerca, attraverso un’azione pacifica, di richiamare l’attenzione della comunità internazionale per rompere il blocco crudele e illegale imposto da Israele alla popolazione palestinese del territorio da 18 anni e aggravato dall’ottobre 2023.
Dopo i primi attacchi avvenuti in Tunisia, gli attivisti e i giornalisti che documentano l’operazione della flottiglia hanno segnalato esplosioni e molteplici attacchi con droni nella notte tra il 23 e il 24 settembre contro le loro imbarcazioni mentre navigavano in acque internazionali, al largo della Grecia.
Le flottiglie per Gaza rappresentano importanti iniziative cittadine di solidarietà con i Palestinesi assediati, affamati e sofferenti. Esse contribuiscono a mantenere viva l’attenzione sulla situazione a Gaza. Assumono il ruolo che spetterebbe agli Stati di fronte alla persistente inerzia della comunità internazionale, trasportando un aiuto umanitario forse modesto, ma essenziale per contrastare la fame e il genocidio in corso.
Attaccare queste navi è inaccettabile. L’azione di questa coalizione umanitaria della società civile è perfettamente legittima dal punto di vista del diritto internazionale: le operazioni di aiuto umanitario e la copertura da parte dei giornalisti in tempo di conflitto armato sono infatti protette dal diritto internazionale umanitario.
Questi attacchi avvengono mentre una Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha appena concluso che Israele sta commettendo un crimine di genocidio nella Striscia di Gaza, a seguito delle conclusioni rese negli ultimi mesi da diverse organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani (Amnesty International, Human Rights Watch, FIDH), israeliane (B’Tselem, Physicians for Human Rights) e palestinesi (Al Haq, The Palestinian Centre for Human Rights e altre).
Nulla può giustificare il blocco degli aiuti umanitari a Gaza mentre la popolazione soffre la fame e condizioni di vita catastrofiche causate dal genocidio. Gli Stati devono intensificare la pressione su Israele per garantire il passaggio in sicurezza della flottiglia, fare tutto il possibile affinché le autorità israeliane pongano immediatamente fine al loro blocco illegale su Gaza e permettano così l’ingresso e la circolazione senza ostacoli degli aiuti umanitari e dei beni vitali.