11.08.2025 Perché donare

World Humanitarian Day: quando aiutare diventa un atto di coraggio

19 agosto. Ogni anno questa data ci invita a guardare oltre i titoli di cronaca, a porre attenzione alle crisi dimenticate e a chi, ogni giorno, lavora per alleviare la sofferenza umana, laddove anche la speranza sembra venire meno.
 È la Giornata Mondiale Umanitaria, un momento per rendere omaggio agli operatori umanitari e per riaffermare l'importanza del loro lavoro, spesso svolto in condizioni estreme, in silenzio e sempre più spesso a rischio della propria vita.

Noi di Medici del Mondo vogliamo restituire voce a chi ogni giorno è sul campo e non si arrende. Siamo vicini a chi, con azioni quotidiane, crede fermamente che un’umanità migliore sia possibile, dove i diritti fondamentali siano garantiti per tutte e tutti.

Una giornata nata dal dolore, vissuta con impegno

Per chi si chiede che cos’è il World Humanitarian Day o Giornata Mondiale Umanitaria, ripercorriamo brevemente la sua origine, che pone l’accento su una tematica fondamentale: la sicurezza degli operatori umanitari che prestano soccorso e cure nei contesti più vulnerabili.

La Giornata è stata istituita nel 2008 dalle Nazioni Unite per commemorare l’attacco del 19 agosto 2003 alla sede ONU di Baghdad, in cui morirono 22 operatori, tra cui il diplomatico brasiliano Sergio Vieira de Mello. Da allora, ogni 19 agosto è dedicato a chi porta soccorso, cura, protezione e solidarietà.

Ma questa ricorrenza non è solo un’occasione per celebrare. È anche un grido d’allarme: ancora oggi l’azione umanitaria è sempre più sotto attacco.

Aiutare diventa una minaccia: l’umanitario sotto assedio

In molti contesti, portare aiuto significa oggi esporsi a violenze, intimidazioni, arresti arbitrari e bombardamenti. I principi fondanti dell’aiuto umanitario – neutralità, imparzialità, indipendenza – sono sistematicamente violati. Le ONG vengono criminalizzate, le strutture mediche attaccate, i corridoi umanitari bloccati.

In questo scenario, prestare aiuto diventa ancora più difficile: le persone che necessitano di soccorso sono sempre di più, mentre le risorse disponibili sono sempre meno rispetto ai bisogni reali.

Guerra dopo guerra, emergenza dopo emergenza, l’azione umanitaria è sempre più politicizzata. Essere presenti in un territorio non significa solo curare, ma anche esporsi ai giochi di potere locali e internazionali.

In questo scenario, l’attacco subito da Medici del Mondo a Gaza è emblematico e inaccettabile. Gaza rappresenta un esempio concreto di come l’aiuto umanitario sia messo a dura prova da continue restrizioni, come la chiusura dei corridoi umanitari, fondamentali per garantire soccorsi tempestivi e approvvigionamenti costanti.

Gaza: colpire chi cura

Il 10 giugno 2025, durante la festività dell’Eid, l’ufficio di Medici del Mondo a Deir El Balah, nella Striscia di Gaza, è stato bombardato da un drone israeliano. L’edificio, chiuso al momento dell’attacco, era formalmente registrato presso le autorità israeliane come struttura “deconflicted”, ovvero esclusa dalle operazioni militari perché utilizzata a scopi umanitari.

Il bombardamento ha causato otto vittime civili, tra cui quattro bambini e un adolescente. Nonostante la sede fosse segnalata e le coordinate note, non è stata risparmiata.

“Israele conosceva perfettamente l’ubicazione della nostra sede. Questo attacco è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e compromette profondamente la nostra capacità operativa”, ha denunciato Medici del Mondo.

Per approfondire leggi l’articolo completo: Colpito il nostro ufficio a Gaza.

Questo episodio non è isolato: numerosi attacchi hanno colpito ospedali, ambulanze, scuole, rifugi per sfollati e, recentemente, anche luoghi di culto che fungono da rifugio per la popolazione palestinese.

In un contesto in cui l’assistenza umanitaria è vitale, bombardare chi cura è un crimine, non un danno collaterale.

Il diritto umanitario: un argine che si sgretola

Secondo le Convenzioni di Ginevra, le strutture sanitarie, gli operatori umanitari e le organizzazioni internazionali devono essere protetti in ogni conflitto armato. Le parti in guerra hanno l’obbligo di distinguerli da obiettivi militari e di garantirne l’accesso alle popolazioni civili.

Eppure, questi principi sono sempre più disattesi. La protezione umanitaria viene spesso ignorata o manipolata. In troppi casi si assiste a una vera e propria strategia di delegittimazione dell’aiuto: si diffondono narrazioni secondo cui le ONG coprirebbero attività illecite, si nega l’accesso umanitario con pretesti di sicurezza, si colpiscono strutture essenziali per “scoraggiare” la popolazione a restare.

Ciò accade anche in Siria, nello Yemen, e in molti altri Paesi in cui la situazione politica è estremamente instabile.

Medici del Mondo: restare dove è più difficile

Nonostante tutto, Medici del Mondo continua a esserci. In Ucraina, lungo le rotte migratorie europee, nel Sahel e in altri contesti segnati da conflitti, violazioni dei diritti umani e disuguaglianze profonde, portiamo avanti la nostra missione: garantire il diritto universale alla salute anche nei luoghi più dimenticati e vulnerabili.

Operiamo con personale locale e internazionale, in strutture mediche, cliniche mobili, progetti comunitari. Offriamo cure sanitarie, supporto psicologico, assistenza alle vittime di violenza, monitoraggio delle violazioni dei diritti.

La nostra azione è tanto medica quanto politica: curare significa anche denunciare. Con la nostra azione miriamo a portare alla luce le cause strutturali delle crisi, le responsabilità politiche, le scelte militari che mettono a rischio civili e operatori.

La Giornata Mondiale Umanitaria non è solo un simbolo

Celebrare la Giornata Mondiale Umanitaria significa prendere posizione: contro l’indifferenza, contro la violazione delle regole della guerra, contro l’idea che la solidarietà possa essere trattata come una minaccia.

Significa:

  • Chiedere protezione effettiva per operatori e strutture umanitarie;

  • Riaffermare il valore del diritto internazionale umanitario;

  • Pretendere che l’aiuto possa operare in modo indipendente e imparziale, senza essere strumentalizzato né ostacolato;

  • Sostenere concretamente chi ogni giorno è sul campo.

Aiutare è un atto di resistenza

Nel mondo di oggi, scegliere di aiutare è anche scegliere da che parte stare. In un tempo in cui la logica della forza prevale sul diritto, in cui chi cura viene colpito e chi soccorre viene criminalizzato, “essere umanitari” è un gesto radicale. È una forma di resistenza.

Aiutaci ad aiutare. Le crisi umanitarie ci coinvolgono spesso attraverso le immagini dei media e dei social: ci indignano, ci feriscono, ci chiamano in causa.

Per trasformare questo sentimento in un gesto concreto, puoi sostenere Medici del Mondo attraverso:

Medici del Mondo continuerà a esserci. Anche sotto attacco. Anche quando il silenzio sembra più comodo. Perché crediamo che nessuno debba essere lasciato indietro. Perché, anche nelle tenebre della guerra, ogni vita conta.